Consulenza psicologica
Presso la nostra sede di Salerno è attivo lo sportello di consulenza psicologica gratuita accessibile a tutti, soci e non, nonché ai familiari dei celiaci.
Per accedere alla consulenza è necessario prenotare un appuntamento in sede.
Per info e/o prenotazioni rivolgersi alla Segreteria AIC Campania Tel. 089 792648 – Mail: campania@celiachia.it
L’alimentazione ha grande rilevanza nella cultura perché rappresenta un momento relazionale fondamentale durante il quale si svolgono “attività” intellettuali e fisiche che favoriscono l’apprendimento cognitivo e sociale. La diagnosi di celiachia rappresenta sicuramente un disagio di tipo pratico perché impone la modifica dell’alimentazione con l’esclusione di alimenti tipici e caratteristici della cucina italiana: pane, pasta e pizza.
Pertanto il cambiamento delle consolidate abitudini familiari genera un disagio pratico non solo a chi deve astenersi dal glutine, ma anche a tutto il nucleo parentale nonché all’ambiente sociale che “accudisce” e si relaziona con chi è intollerante al glutine.
Il momento conviviale del pasto, che dovrebbe essere connaturato al piacere e alla condivisione, si carica di apprensione ed esclusione. Apprensione perché spesso il celiaco e la famiglia vivono con angoscia il rischio dell’intossicazione e della contaminazione dal glutine e il momento del pasto perde il vissuto di sereno piacere. Diventa esclusione perché, se l’alimento gluten free è considerato “diverso”, il celiaco stesso si sente o viene considerato “diverso”.
È chiaro quindi perché la celiachia comporta anche una difficoltà psicologica e sociale: la persona celiaca può comprensibilmente etichettarsi e/o essere etichettata come quella che non può mangiare nulla e che compromette l’organizzazione dei momenti come gite, cene, compleanni, matrimoni…, insomma tutte le occasioni in cui il cibo diventa “collante” nei rapporti sociali…. (strano a dirsi, ma il glutine è proprio una sorta di “collante”!)
Diffondere la conoscenza dell’intolleranza al glutine permette di gestire meglio il disagio e di evitare che esso si trasformi in ansia. Inoltre la condivisione dei vissuti con i propri cari, oppure con lo psicologo, permette di rivisitare schemi alimentari, sociali ed emozionali.
La celiachia non comporta nello specifico disagi psicopatologici che richiedono l’intervento dello specialista, ma è possibile che sia utile ridefinire abitudini consolidate, il cui cambiamento sarà più o meno dirompente o destabilizzante a seconda della storia di vita propria e familiare.
Il sostegno dell’ambiente nel prendersi cura della persona, ma anche la persona stessa orientata da desiderio di autonomia e autogestione (attenta ma non angosciata) favoriscono il superamento di atteggiamenti di rifiuto o mascheramento.